Io mi ricordo la linea del tempo che la maestra di Storia, la maestra Paola, aveva attaccato alla parete della nostra classe. Ricordo che aveva suddiviso tutte le ere geologiche con dei colori diversi e che l'azzurrino del neolitico, il "nostro" momento storico ancora in corso, era infinitamente piccolo rispetto al rosso dell'era arcaica (un colore che mi ricordava i vulcani e il magma vivo del pianeta), molto più modesto del verde dell'era mesozoica e del giallo dell'era cenozoica. Erano gli anni '90 e la mia maestra (così come tutte le sue colleghe, per mia fortuna) aveva un modo di insegnare molto "moderno", potrei chiamarlo, visivo anche senza monitor e LIM. Per una bambina come me, iperattiva e dunque "time blind" (intraducibile in italiano, letteralmente cieca allo scorrere del tempo) una raffigurazione materiale del tempo, entità a me sconosciuta, era perfettamente comprensibile. Lei non lo sapeva (del resto non lo sapevo nemmeno io), forse aveva solo notato la mia irrequietezza, la mia formidabile memoria, una parlantina sfinente e un'innata abilità a fare 10 cose contemporaneamente.
Questo pensiero mi è venuto oggi, durante una grandinata fortissima che mi è sembrata davvero una mitragliata di diversi minuti consecutivi, una pioggia incessante che sta facendo allertare di arancione e rosso tutto il centro Italia. Roba che una volta, forse forse, si vedeva ogni tanto a fine estate, quei temporaloni che facevano respirare la terra, seccata dai calori di stagione. Ma oggi siamo a metà maggio, freddo e piovoso quanto novembre.
Ho pensato che l'uomo, in quel mini pezzettino azzurro che si ritrova, a dispetto di tutte le evoluzioni precedenti, si stia distinguendo per idiozia e hybris. Non siamo nulla a confronto della vita del nostro pianeta né delle specie animali e vegetali che lo abitano, eppure da quando ci siamo noi sono scomparse (e non torneranno più) decine di centinaia di specie animali (160 solo negli ultimi 10 anni, fonte WWF), sono state inquinate tonnellate di acqua, risultando nell'impoverimento ulteriore di alcuni popoli, sono cresciute a dismisura le emissioni di CO2, con la conseguenza che la Terra si sta cuocendo a bagnomaria.
Quanto è importante la scuola in questa consapevolezza? Tanto. Ne sono la dimostrazione vivente: l'immagine della nostra piccolezza è stampata nella mia memoria grazie ad una splendida maestra di Storia. Chi ha ancora più importanza della scuola e della famiglia nella trasmissione di queste urgenze? Lo Stato, i suoi politici e le grandi aziende che continuano a farci ammalare per mero interesse economico.
Un bimbo molto saggio qualche tempo fa, con le lacrime agli occhi, forse per la grandezza di quello che stava per dire, ha esclamato:
"Io l'ho trovato il modo per far fermare le guerre, la povertà, lo sfruttamento dei bambini nel mondo."
L'abbiamo tutti guardato con apprensione, sia perché stava piangendo sia perché tutti e tutte credevamo davvero avesse la formula magica.
"Dobbiamo elliminare il denaro. Non so se tornare al baratto, ma in realtà basta che nella società tutti facessero cose per sé stessi ma anche per gli altri. Quello che serve, niente di più. Troverò il modo, maestra."
Posto che sono certa vincerà il premio Nobel per qualcosa, ma se un bambino di 10 anni (badate bene, di una genialità, proprietà di linguaggio e sensibilità d'animo fuori dal comune) è arrivato a capire che la fratellanza è un valore prima di tutto umano oltre che religioso, e può davvero essere la risposta ai nostri problemi, e che il denaro fine a sé stesso è e sarà sempre il detonatore di tutte le bombe, io davvero non so cosa spinge gli adulti a non credergli e a continuare a lasciargli un mondo peggiore di come l'ha trovato.
Il cambiamento climatico è una realtà.
Sta bussando alla porta tutti i giorni, finché arriverà il momento che la butterà giù a calci. Facciamolo entrare, chiediamogli scusa, sistemiamo le cose.
Con le buone maniere, si ottiene tutto.
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