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La scuola (se si vuole) non si ferma mai

Writer: La maestra con gli occhiali rossiLa maestra con gli occhiali rossi

Venerdì pomeriggio, sì, l'11 di agosto, con una ventina dei miei alunni e alunne delle classi quarte, siamo andati a sentire l’antegenerale de “Il Viaggio a Reims” di Gioachino Rossini, nello specifico il secondo atto. Insieme a noi, altrettanti ragazzi e ragazze delle classi quinte.


Le mie colleghe ed io dunque, con 40 dieci-undicenni, siamo andati a sentire l’opera.


Detta così, pare uno scherzo.

E infatti, complice il fatto che per la prima volta eravamo in un teatro più piccolo e dunque più a contatto con il resto del pubblico adulto, mi hanno fermato nell’ordine:


  1. un’elegantissima signora

  2. un gentilissimo signore

  3. una bianchissima suora


Tutti e tre mi hanno chiesto con sincero interesse che cosa ci facessimo lì. Ho spiegato loro che, avendo la fortuna di abitare nella patria di Rossini ed avere a portata di mano opera di alto livello, partecipiamo ogni anno ad un bellissimo progetto che si chiama “Crescendo per Rossini”, organizzato dal ROF e gestito da tre splendidi esperti.

Il progetto durante l’anno scolastico purtroppo non è molto lungo, ma complici colleghe super ed il mio diploma in Conservatorio riusciamo ad approfondire le trame, i personaggi, gli strumenti e soprattutto la musica e le emozioni che ci suscita. È dalla classe seconda che sottopongo i miei pulzelli a Gazze Ladre, Otelli, Barbieri sivigliani e Guglielmi, e posso dire che arrivati in quarta sono diventati, nel loro piccolo, esperti di intrecci narrativi degni di Beautiful e melismi canori e strumentali.


È ovvio, la complessità della musica non la rende completamente comprensibile e sarei ingenua a credere che sia tutto chiaro, ma le tre persone incontrate, il loro stupore a vederci lì così numerosi e silenziosi e, a mia grande sorpresa, il loro sincero ringraziamento mi hanno fatto pensare.


Ho pensato all’importanza di dare a bambini e bambine la possibilità di esplorare percorsi apparentemente troppo impervi e ingiustamente marginali, regalare loro l'esperienza del non capire ma intuire, perché la musica è anche questo, è scoperta di sé, è magia inspiegabile.


Perché queste note mi fanno piangere?

Questo è un crescendo rossiniano?

Secondo me questo cantante è bravo.

Senti maestra, che voce!

Con questa voce secondo me spacca i bicchieri.

Adesso questo maestra è un crescendo rossiniano?

Non ho capito cos’ha detto ma mi piace.

Non vedo l’arpa!

Io leggo i sopratitoli.

L’arpa è laggiù, ma non serve che la vedi, basta che la senti.

Secondo me questo è un crescen


do rossiniano.

Quando il tenore fa gli acuti mi viene da ridere!

Il contrabbasso, guarda!

Sì, sì, sono sicuro. Stanno facendo un crescendo rossiniano.

Sono andato in bagno e ho incontrato il contrabbassista. Il contrabbassista mi ha fatto sentire come la mia cassa toracica vibra ai suoni gravi… è stato fighissimo!




Sì, la musica classica è, a detta loro e anche a detta mia, una cosa fighissima.


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