Cosa sono i colloqui scuola-famiglia?
Un momento di scambio, di fiducia reciproca e confronto costruttivo. Di punti di vista che si incrociano, nella mutua creazione di una conoscenza profonda di un bambino o una bambina, dei suoi successi e dei suoi disagi, delle piccole vittorie quotidiane e di un'autonomia preferibilmente sempre più elevata. Di un babbo e un mamma, o due babbi, o due mamme, o un genitore solo, che sono curiosi di sapere ciò che il figlio o la figlia non racconta, come sono quando si allontanano da casa, cosa fanno quando non capiscono, cosa dicono quando si stupiscono di loro stessi, quanto orgogliose sono quando ricevono una lode, come reagiscono quando ricevono un rimprovero. Se sono sereni, in ansia, socievoli o solitarie, curiose o annoiati. Se hanno voglia di imparare. Se quando giocano con gli altri sono leali.
Di maestre e maestri che vorrebbero sapere cosa provano quando sono in classe, quale parte della lezione li ha colpiti di più, il perché di quel pianto apparentemente senza senso, che mostri affrontano e che decidono di lasciare fuori dal portone di scuola ma che si intravedono in fondo ai loro occhi. Se vengono felici o se piangono per fare i compiti, se studiano con curiosità o se aprire un libro dà loro prurito in tutto il corpo. Se l'immensa responsabilità nei loro confronti la sentono ripagata o si sentono trasparenti e poco capiti.
Del lavoro di squadra di famiglia e insegnanti che, se fatto solo da una delle due parti, è inevitabilmente zoppo.
Di quanto sia difficile crescere un figlio o una figlia ed insegnare loro l'arte della meraviglia in questa società di fretta e quasi senza anima.
Di questo si dovrebbe parlare ai colloqui. Di questo e di niente altro.
Tutto il resto è boria.
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